SAN GENNARO HA FATTA A GRAZIA

Miracoli di Wanda Marra Il Fatto Quotidiano

Alle 9 e 26 il sangue di San Gennaro, patrono di Napoli, si scioglie. Il miracolo si ripete tra applausi e sventolio di fazzoletti bianchi. Riunita nella Cattedrale per un rito a metà tra tradizione e religione, la cittadinanza può tirare un sospiro di sollievo. E pure i candidati presenti: Dario Franceschini, Luigi Di Maio, Mariarosaria Rossi ed Ettore Rosato. Soprattutto perché presenziare pareva indispensabile, ma se la cosa fosse andata per le lunghe la marcia elettorale non poteva subire ritardi.

Sul sagrato, la folla aspetta. Sull’altare c’è monsignor Domenico Battaglia, arcivescovo di Napoli. Nella processione che porta l’ampolla, ci sono il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, e il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca. Nella tribuna delle “autorità”, in prima fila, i candidati, così schierati: Rosato (corre per il Terzo Polo alla Camera, plurinominale Campania 1), Franceschini (corre per il Pd al Senato, collegio plurinominale Campania 1), Di Maio (candidato per Impegno Civico nell’uninominale di Napoli Fuorigrotta), Rossi (candidata per Forza Italia nel medesimo collegio). Presenziano alla cerimonia, discosti. Non nascosti, che l’occasione per esibire vicinanza alla città è troppo forte, ma neanche davvero coinvolti. Non hanno un ruolo, neanche una consuetudine. Quasi immobili, pure nelle espressioni. Franceschini sembra una sfinge, protetto dalla mascherina Fp2. Rosato si lascia andare a qualche sorriso, che si distorce in smorfia. La Rossi, al segno della pace, cerca la mano del ministro degli Esteri. Meglio esibire signorilità tra “nemici”, quantomeno in Chiesa. E poi, in fondo “Giggino” è l’unico che può vantare una qualche affini- tà con l’evento per nascita. E infatti, si spinge a fare dichiara- zioni alle telecamere presenti e persino un paio di selfie. Gli altri si limitano a consegnare la propria presenza a qualche ripresa video. E chissà se è pudore, distacco o semplicemente impaccio. D’altra parte, Battaglia nei ringraziamenti, a mira- colo avvenuto, si limita a citare Manfredi e De Luca, e poi, “i rappresentanti del governo” e quelli delle istituzioni. Non li nomina, e questo la dice lunga. Tanto più che nell’Omelia, chiede al Santo Patrono di “suscitare nel cuore dei governanti e dei legislatori il desiderio autentico di servire la comunità con onestà e senza privilegi, mettendo il bene degli ultimi al primo posto, cosicché nessuno resti fuori dalla possibilità di una vita dignitosa”. Sarebbe un altro miracolo, effettivamente.

In serata alla Stazione Marittima De Luca e Enrico Letta si esibiscono in un’iniziativa congiunta alla quale vengono accolti da una contestazione di un gruppo di lavoratori, con tanto di polizia antisommossa schierata. Il presidente s’è fatto parecchio pregare per ogni apparizione e il segretario s’è piegato a farsi vedere con lui. Ma dalle parti del Pd si racconta che il miracolo il 25 settembre può compiersi, proprio al Sud. Intanto, nella Cattedrale l’ampolla resterà esposta fino al 26. Più che miracolosa, la coincidenza suona ironica.

Wanda Marra

 

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