Presentato a Caserta «Virdimura» di Simona Lo Iacono, la storia della prima donna medico ufficialmente riconosciuta

 

Caserta (di Angela Barbieri) – Alla presenza di un foltissimo pubblico, ieri pomeriggio è stato presentato a Caserta «Virdimura» della scrittrice Simona Loiacono.

Il libro è inserito nella rassegna letteraria di «Più libri Più vite» nata da un accordo tra Quaercus vitae e Punto Giunti di Caserta.

L’incontro, che ha visto l’adesione di molte Associazioni, è stato moderato dalla giornalista Maria Laura Labriola, presidente dell’Associazione «Quaercus vitae» e la partecipazione dell’assessore alla Cultura di Caserta Enzo Battarra. I relatori sono stati la dottoressa Rossana Ferraro, prof.ssa dirigenza coordinamento e cooperazione internazionale, la dottoressa Laura Leoncini, direttrice sanitaria Ospedale Marcianise, il dottor Ettore Sannino, neurochirurgo e scrittore e la dottoressa Ida Roccasalva. Le letture sono state curate dall’attrice Antonia Oliva.

Virdimura è un nome forte, potente che si attacca proprio come muschio sulle pareti dell’anima. È un nome che fa fatica a percorrere la strada della vita ma sa che deve andare avanti perché è portatore di un destino che deve compiersi.

«Nata in un giorno di pioggia», già presagio di una vita votata alla sofferenza, Virdimura resta orfana di madre e viene cresciuta dal padre, il maestro Urìa, medico ebreo che parla molte lingue, che conosce i progressi delle scienze, che sa che tutto bisogna imparare.

Alla figlia insegna a guarire sia i corpi che le anime senza alcuna distinzione di ceto sociale, religione, età.

«La medicina non esige bravura, solo coraggio», questo le aveva detto il padre prima di morire. Nella Catania del 1376, davanti alla Commissione esaminatrice riunita per decidere se concederle, prima donna della storia, la «licentia curandi», lei ripeterà quelle stesse esatte parole pronunciate da suo padre. È donna tenace Virdimura, con i suoi capelli rossi e ribelli e l’indole indomita, si impegna giorno dopo giorno a forgiarsi alla pratica medica fasciando, curando e suturando ferite.

La sua missione è dedicarsi gratuitamente alla cura degli ultimi, delle donne violentate, dei malati terminali.

Nella relazione ai commissari esaminatori ella traccia il codice del comportamento tra l’arte medica e la relazione con i pazienti. Abnegerà se stessa per la cura dei malati rischiando la vita: «Lo Dio stava in quel luogo che i dottori evitavano per non contagiarsi col disonore».

Un romanzo affascinante, unico, una scrittura potente in ogni sua parola, carica di significati che lascia ammaliati da una narrazione che scorre in una bellezza narrativa talmente perfetta da far provare al lettore tutta l’intensità delle emozioni descritte.

L’autrice, Simona Loiacono è nata a Siracusa ed è magistrato presso il Tribunale di Catania. Curatrice di una rubrica sul blog e sul quotidiano «La Sicilia», dopo due racconti, «I semi di fave» e «La coda di pesce» ha pubblicato alcuni libri:

  • «Tu non dici parole»
  • «Stasera Anna dorme presto»
  • «Il cavallo di ferro»
  • «Le streghe di Lanzavacche»
  • «Il morso»
  • «L’albatro»
  • «La tigre di Noto»
  • «Il mistero di Anna»
  • e ultimo «Virdimura»

Ha ricevuto diversi importanti premi:

  • Premio «Vittorini 2008»
  • Premio «Martoglio nel 2013»
  • Premio «Chianti 2017»
  • e per ben due volte Premio «Città di Erice»

All’autrice chiediamo:

Cosa l’ha ispirata a scrivere questo libro?

La cosa che mi ha toccata più di tutte è stata quando ho scoperto nel testo della «licentia curandi» che si subordinava questa concessione regia al fatto di poter curare gratuitamente i più poveri tra i poveri. Questo è stato proprio il “passaggio” che mi ha indotto a parlarne.

Virdimura è un personaggio forte, unico, complesso, quanta difficoltà ha trovato nella sua creazione?

La cosa più complicata non è stata tanto immaginare la sua forza, il suo coraggio, la sua determinazione, ma contestualizzare, creare intorno quel mondo che ha influito anche sulla sua vicenda.

È stato difficile ricostruire il contesto storico? Come ha lavorato?

Solo dalla ricerca personale. Sono un’appassionata, mi piace moltissimo studiare. Ho ricostruito tutto attraverso i documenti dell’Archivio Storico, ricerche collaterali e a distanza di tempo testi contrattuali e tutta una serie di ricerche a margine che mi hanno consentito di arrivare pian piano a quel mondo.

Quale messaggio vuole lasciare al lettore?

A me preme lasciare il concetto di “compassione” poiché non solo i medici ma tutti noi siamo chiamati come esseri umani a provare compassione.

Grazie.

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