Castel Morrone, il TAR sospende il bilancio riequilibrato: accolto il ricorso di sei cittadini. A rischio la tenuta del Consiglio comunale
Castel Morrone, 25 luglio 2025 – Il Tribunale Amministrativo Regionale della Campania, con ordinanza n. 918/2025, ha accolto la richiesta di sospensiva avanzata da sei cittadini del Comune di Castel Morrone (CE), bloccando l’efficacia di una serie di atti adottati dall’Amministrazione comunale relativi all’approvazione del bilancio stabilmente riequilibrato 2024-2026 e del Documento Unico di Programmazione (DUP).
Il ricorso, presentato dai consiglieri Antonio Riello, Gianfranco Della Valle, Ferdinando Riello, Marco Chirico, Michele Funaro e Vincenzo Freniti, assistiti dall’avvocato Luigi Adinolfi, ha messo in discussione la legittimità temporale delle deliberazioni adottate dal Comune, ritenute tardive e quindi invalide ai sensi della normativa vigente.
Il nodo: il termine perentorio previsto dal TUEL
Al centro della controversia giuridica vi è il rispetto del termine di 90 giorni previsto dall’art. 259 del Testo Unico degli Enti Locali (TUEL) per l’approvazione dell’ipotesi di bilancio riequilibrato. Il Prefetto di Caserta aveva già diffidato il Consiglio comunale con una nota formale del 20 dicembre 2024, chiedendo l’adozione degli atti entro venti giorni.
Tuttavia, le delibere sono arrivate oltre la scadenza, circostanza che, secondo i ricorrenti, avrebbe dovuto comportare automaticamente lo scioglimento del Consiglio comunale, così come previsto dalla legge.
Il TAR dà ragione ai ricorrenti: sospesi gli atti
Il TAR Campania, presieduto dal giudice Vincenzo Salamone e con estensore il dott. Fabio Di Lorenzo, ha riconosciuto la fondatezza delle censure mosse dai cittadini, ravvisando la presenza del fumus boni juris e del periculum in mora, ovvero la probabilità che il ricorso sia fondato e la possibilità di danni gravi e irreparabili se gli atti fossero eseguiti prima del giudizio di merito.
I giudici amministrativi hanno fatto leva anche sulla recente sentenza n. 91/2025 della Corte Costituzionale, che ha confermato la legittimità della normativa che prevede l’automatico scioglimento degli organi consiliari in caso di mancata approvazione del bilancio nei termini stabiliti. Secondo la Consulta, l’approvazione del bilancio non è solo un atto contabile, ma rappresenta un elemento essenziale del mandato democratico, la cui mancata adozione mina il rapporto fiduciario tra eletti e cittadini.
Possibile scioglimento all’orizzonte
L’ordinanza lascia intendere che, se nel merito verrà accertata la violazione del termine perentorio di cui all’art. 259 TUEL (cioè la mancata approvazione del bilancio entro i 90 giorni dalla diffida), lo scioglimento sarà inevitabile, perché previsto dalla legge e ritenuto legittimo dalla Corte Costituzionale con la sentenza n. 91/2025.
In sostanza:
👉 Il TAR non ha ordinato lo scioglimento,
👉 ma ha sospeso gli atti adottati in ritardo,
👉 preparando il terreno per una possibile declaratoria di illegittimità dell’azione amministrativa, che potrebbe poi obbligare il Prefetto a intervenire, secondo quanto previsto dal TUEL.
Le conseguenze: riflettori accesi sul Comune
Con l’accoglimento della misura cautelare, il TAR ha disposto: la sospensione delle delibere adottate dal Comune in tema di bilancio e DUP; la fissazione dell’udienza di merito per il prossimo 25 febbraio 2026.
La decisione del TAR potrebbe avere ricadute significative sulla tenuta dell’Amministrazione comunale, aprendo la strada a una crisi istituzionale che potrebbe concludersi con lo scioglimento del Consiglio comunale.
Una questione che fa giurisprudenza
Non è la prima volta che il rispetto dei termini per l’approvazione del bilancio riequilibrato finisce davanti ai giudici. Tuttavia, l’intervento della Corte Costituzionale, chiamata a esprimersi su un’ordinanza di rimessione dello stesso TAR Campania, ha definitivamente chiarito che la norma è costituzionalmente legittima e che la tutela degli equilibri finanziari è un pilastro della responsabilità amministrativa.