Il nuovo numero in edicola e online
da domenica 11 settembre
a cura di Angiola Codacci-Pisanelli
Un primo piano di Putin, alle sue spalle una fiamma, sullo sfondo gli impianti di una centrale elettrica. Sulla copertina del nuovo numero de L’Espresso campeggia un fotomontaggio che dà ai lettori un messaggio forte e chiaro: l’autunno in arrivo sarà una stagione durissima. I ricatti del capo del Cremlino stanno portando recessione e inflazione. Molte imprese rischiano di licenziare o addirittura di chiudere, e anche i bilanci delle famiglie andranno in rosso. “Ottobre nero”, prevede lo strillo di copertina. Il governo che verrà dovrà affrontare la crisi più dura da decenni: ma sarà in grado di farlo?
È Vittorio Malagutti a fare il punto sull’emergenza che ci aspetta, mentre Bruno Manfellotto spiega perché gli investitori stranieri non si fanno incantare dalle promesse di Giorgia Meloni. Gigi Riva vede i cannoni di Putin pronti a sparare contro la Borsa italiana e degli altri Stati europei e Carlo Tecce racconta le imbarazzanti capriole dell’aspirante presidente del Consiglio nel campo della politica estera.
Le elezioni si avvicinano e le cliniche private si preparano a brindare all’arrivo di Letizia Moratti, probabile futuro ministro della sanità (ne scrive Gloria Riva). Simone Alliva mostra come l’incombente successo della destra abbia già scatenato gli haters, portando a un aumento drammatico delle aggressioni fisiche e verbali. Intanto, racconta Lorenzo Tondo, Salvini rischia grosso nel processo per il blocco dei migranti della Open Arms
Susanna Turco analizza la carriera di Calenda, costellata da litigi e rotture con ex alleati, Loredana Lipperini analizza il programma di Unione Popolare, dove, dice, c’è tutto il desiderabile ma niente su come raggiungere gli obbiettivi; Filomena Gallo invita a prepararsi a combattere in difesa della legge sull’aborto. E intanto, come annuncia Lirio Abbate nel suo editoriale, L’Espresso ha preparato cinque domande ai candidati per conoscerne programmi e impegni.
Alessandro Longo ricostruisce il far west del telemarketing, Enrico Bellavia rivela una nuova prova del coinvolgimento della mafia nel disastro aereo di Palermo, Sara Dellabella ricorda il sacrificio di Francesco Marcone, eroe borghese di Foggia. E L’Espresso denuncia due gravi situazioni di inquinamento chimico: a Siracusa (ne scrive Antonio Fraschilla) e a Genova (di Erica Manna). Tra gli approfondimenti dei fatti di cronaca, l’economista Eileen Keller spiega perché all’Italia conviene far parte dell’Unione Europea, lo storico Walter Scheidel, intervistato da Chiara Sgreccia, analizza le conseguenze del Covid sulla disuguaglianza sociale.
Nel mondo, intanto, la guerra in Ucraina continua ma la strategia contro i russi cambia (lo spiega Sabato Angieri), mentre Sabrina Pisu racconta gli orrori del gulag in cui Putin ha fatto rinchiudere Navalny. L’Iraq è sull’orlo della guerra civile (di Marta Bellingreri), la Cina affronta un ricambio generazionale (di Simone Pieranni), il Guatemala tappa la bocca ai giornalisti scomodi (di Daniele Nalbone e Ylenia Sina). E in Texas, scrive Luciana Grosso, il candidato democratico potrebbe rimontare e vincere le elezioni.
E L’Espresso chiude con un dialogo su donne e letteratura tra Espérance Hakuwzimana e Andreea Simionel (di Sabina Minardi), un omaggio agli apolidi di Donatella Di Cesare e due interviste: a Pupi Avati (di Claudia Catalli) e all’artista francese Gisèle Vienne (di Francesca De Sanctis). E mentre Cristina Priarone fa il punto sugli investimenti delle Film Commssioni (di Emanuele Coen), Antonia Matarrese racconta la rivoluzione che coinvolge i tesori nascosti nei depositi dei musei italiani: che finalmente vedono la luce grazie a nuovi allestimenti e a prestiti internazionali.