Pulci di notte di Stefano Lorenzetto

Pulci di notte

di Stefano Lorenzetto

Titolo sopra la testata del Fatto Quotidiano: «Francesco: “Creatività per la pace in Ucraina”. Ma intanto i russi fanno morti in un ospedale e Kiev esclude il negoziato. Quella del Papa è vox clamans in deserto». Nel Vangelo di Giovanni (1, 23) il Battista si definisce «ego vox clamantis in deserto», non clamans: voce di uno che grida nel deserto. Versione unanime nel testo greco e nelle traduzioni latine di Isaia (40, 3), che viene citato anche dai Vangeli di Matteo (3, 3), Marco (1, 3) e Luca (3, 4). Meglio astenersi dal latinorum, almeno in prima pagina.

«Oh! Vi devo raccontare una cosa, anzi un paio», cerca d’ingolosire (su Facebook) i suoi lettori Massimiliano Coccia, collaboratore dell’Espresso, controverso autore della campagna mediatica condotta dal settimanale contro il cardinale Giovanni Angelo Becciu. «Come saprete il 14 giugno è uscito “Amen” edito da Edizioni Piemme. Il libro racconta questi due anni di inchieste intorno alle vicende della Segreteria di Stato e del cardinale Becciu. Succede che questo libro fino ad ora abbia venduto bene e che vada in giro a presentarlo evitando di pubblicizzare gli eventi (mi scuso ad esempio con i tanti che non sapevano della presentazione romana) qui sopra su Facebook perché spesso i luoghi/festival dove presento il libro vengono “attenzionati” dalla cricca che ruota intorno ai Becciu». Tralasciando la competenza nell’uso dell’italiano e il fatto che Marco Damilano, l’ex direttore dell’Espresso che gli pubblicò l’inchiesta, al secondo capoverso della prefazione stesa per Amen ribattezzi Becciu con il nome Angelo Maria, anziché Giovanni Angelo, vediamo quanto «abbia venduto bene» il saggio di Coccia. Uscito nel giugno scorso, come detto, secondo la classifica di Gfk, che fa testo per tutti gli editori e che monitora i 10.000 libri più venduti, alla fine di quel mese (settimana dal 27 giugno al 3 luglio) Amen figurava nella posizione 5.593, con appena 193 copie totali. Al termine del mese successivo (settimana dal 25 al 31 luglio), era invece già sparito dai radar editoriali, il che significa, giusto per intenderci, che in quei sette giorni non aveva nemmeno raggiunto le 33 copie vendute dall’ultimo dei 10.000 titoli della classifica. Nella quale da allora non è più riapparso. Per rintracciare un avvistamento da parte di Gfk bisogna risalire al 24 luglio, quando Amen risultava fermo a 355 copie. Se questo è vendere bene, sospettiamo che Coccia abbia un concetto tutto suo del bene e del male.

Notizia dell’agenzia Askanews in vista dei funerali della regina Elisabetta II: «La famosa campana dell’Elizabeth Tower suonerà una volta per segnare l’inizio del minuto di silenzio alle 20:00 ora locale (le 19:00 in Italia), e di nuovo per segnarne la fine, ha confermato il Parlamento britannico in una dichiarazione». Conoscendo la proverbiale puntualità britannica, facciamo notare che quando a Londra battono le ore 20, a Roma sono le 21, non le 19.

Sottotitolo dal sito della Repubblica: «Il responsabile dei pompieri racconta i rischi e il lavoro per spegnere il rogo alla Nitrolchimica: “Un mezzo arrivato da Linate con una gittata da duemila litri di acqua e schiume ci ha permesso di contenere le fiamme”». Per fortuna che non è vero: dicesi gittata la distanza coperta dal lancio di un proiettile. I sostantivi corretti da usare erano capacità o portata.

Sull’Osservatore Romano, il direttore Andrea Monda, che ama citare molto forse aspirando a emulare il cardinale Gianfranco Ravasi, commenta il viaggio del Pontefice in Asia centrale con un editoriale di 5.373 battute, di cui oltre la metà (per l’esattezza 2.788) è costituita da brani altrui, casualmente quasi tutti di papa Francesco. E quando non copia sbaglia. Ricorda infatti il dibattito, «già alla fine degli anni ’90», di Joseph Ratzinger «con Jurgen Habermas», mentre la celebre discussione del cardinale con il filosofo Jürgen Habermas ebbe luogo il 19 gennaio 2004. In fatto di pressappochismo anagrafico, Monda tocca il vertice con l’evocazione del «piccolo principe di Sant’Exupery», che sarebbe Antoine de Saint-Exupéry. Ora pro nobis.

Dal sito della Stampa: «“È morta un’anziana signora. Mi dispiace”. Tra i centinaia di migliaia di messaggi di condoglianze alla famiglia reale per la scomparsa di Elisabetta II, Alessandro Gassmann ricorda su Twitter la regina di Inghilterra, al trono per oltre 70 anni, chiamandola “anziana signora”». Il gender dilaga.

Con sprezzo del pericolo, Gianni Gennari su Avvenire torna a occuparsi di storia in una bizzarra rubrica intitolata Confratelli d’Italia e si dedica al più grande papa umanista, Niccolò V, ma con errori. «Tempi duri. Nel 1449 a Basilea spunta persino un antipapa, Felice V», scrive l’ex prete Gennari; arronzando, perché Amedeo VIII, duca di Savoia, venne eletto contro Roma il 5 novembre 1439 dal concilio di Basilea, mentre il 1449 è la data della sua rinuncia al papato e del riconoscimento come cardinale da parte di Niccolò V. Gennari si sofferma poi sul giubileo del 1450 e scrive che «la giornata di Pentecoste fu solenne anche per la canonizzazione di San Bernardino: vennero a Roma 3.500 frati tutti insieme, e persino santa Rita da Cascia”. Sorvolando sull’alternanza di maiuscole e minuscole tra San e santa, l’improbabile pellegrinaggio romano di Rita da Cascia, all’epoca quasi sicuramente morta da qualche anno, è soltanto una pia tradizione.

«Addio all’ex presidente degli imprenditori veneti. È stato stroncato da un infarto nello stabilimento della società Minerve in provincia di Verona», annuncia la pagina Facebook della Stampa. Ma Andrea Riello è morto prematuramente nella sua azienda, la Riello Sistemi, a Minerbe, località della Bassa veronese.

Editoriale di Alessandro De Angelis, vicedirettore dell’Huff Post, sulla Stampa: «Morale: i fatti, con la loro testa dura (diceva il compagno Lenin), raccontano di una disfatta russa nel Donbass proprio nei giorni Putin ne aveva annunciato la conquista (15 settembre)». Tutto chiaro.

SL

 

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