Capua, folla commossa al Teatro Ricciardi per il libro di Carmine Antropoli “Dal Volturno al Tevere al Nilo”

 

Capua, sabato 18 ottobre ore 10.00 – folla commossa al Teatro Ricciardi per la presentazione del libro di Carmine Antropoli

“Dal Volturno al Tevere al Nilo” – un racconto di dolore, fede, rinascita e denuncia contro la malagiustizia

Capua, 19 ottobre 2025  – (di Angela Barbieri *) – Una partecipazione calorosa e intensa ha segnato la presentazione del libro “Dal Volturno al Tevere al Nilo”, tenutasi ieri sera in un Teatro Ricciardi gremito in ogni ordine di posto. L’autore, Carmine Antropoli, ex sindaco di Capua e stimato medico chirurgo, ha scelto di condividere in questa opera autobiografica la sua drammatica vicenda personale e giudiziaria, vissuta tra l’arresto, il carcere, l’isolamento e una lenta, faticosa risalita verso la verità e la libertà.

Un incontro intenso e carico di emozione

L’incontro, denso di emozione e partecipazione, è stato moderato con sensibilità dalla giornalista Marilù Musto, che ha saputo accompagnare il pubblico attraverso i momenti più intensi e umani del libro, stimolando l’autore con domande profonde e mai scontate.

Sul palco, insieme ad Antropoli, anche l’avvocato penalista Mauro Iodice, che ha curato la sua difesa, il dott. Antonio Valletta, che ha seguito l’impostazione editoriale del testo, e chi scrive*, autrice della recensione introduttiva.

Ha particolarmente colpito l’intervento dell’avv. Iodice, che ha ripercorso il momento della sua nomina, quando si trovò di fronte non a un semplice imputato, ma a un uomo profondamente ferito e spaesato, strappato alla sua quotidianità, alla famiglia, al lavoro. Ha sottolineato come, nonostante tutto, Antropoli non abbia mai perso la fiducia nella giustizia e nella sua difesa, facendogli sentire tutto il peso e la responsabilità di quell’affido.

Il dott. Valletta ha illustrato il delicato lavoro svolto per trasformare un diario intimo, scritto nel silenzio del carcere, in un’opera strutturata e fruibile, in grado di restituire non solo i fatti, ma soprattutto le emozioni, i pensieri, i momenti di smarrimento e di fede dell’autore.

Chi scrive * ha evidenziato il valore universale dell’opera, che travalica la vicenda personale per trasformarsi in una denuncia civile. Un libro che racconta la ferita inferta da una giustizia che può anche sbagliare e che, troppo spesso, dimentica la persona dietro il procedimento.

La testimonianza di Nelson: “Mi ha salvato la vita”

Uno dei momenti più toccanti della mattinata è stato l’intervento di Nelson, un giovane nigeriano che ha condiviso con Antropoli un periodo di detenzione. Con grande sincerità, ha raccontato la nascita di un’amicizia profonda e sincera, nata in un contesto di sofferenza. Ha parlato della generosità dell’autore, che non solo gli ha offerto vicinanza umana, ma ha anche fatto in modo che fosse assistito gratuitamente dal proprio avvocato, permettendogli di affrontare il processo con dignità e di uscire dal carcere. Oggi, Nelson è un uomo libero, lavora e conduce una vita onesta, e non ha nascosto la sua gratitudine per chi, in un momento di totale smarrimento, gli ha teso la mano.

Una denuncia civile e un messaggio di fede

Nel corso dell’incontro, Antropoli ha spiegato il significato profondo del libro, nato non solo dall’esigenza di raccontare una storia personale di sofferenza e rinascita, ma anche dal desiderio di trasformarla in una denuncia civile. L’autore ha espresso la volontà di proseguire questa sua battaglia portando la propria esperienza ovunque, anche nelle sedi istituzionali, affinché si avvii un serio confronto sulla necessità di una riforma della giustizia. L’obiettivo è quello di evitare che altre persone innocenti debbano affrontare l’ingiustizia che lui stesso ha vissuto.

Nel suo intervento ha ricordato la centralità della famiglia durante i giorni più bui, in particolare il pensiero costante rivolto ai figli, che gli ha dato la forza per non crollare. Ha parlato della fede come unico rifugio possibile, una presenza silenziosa ma costante, che lo ha accompagnato nel dolore e nella solitudine.

Il lungo applauso finale

La mattinata si è conclusa con un lungo e sentito applauso da parte del pubblico, che ha saputo cogliere il valore autentico della testimonianza di Carmine Antropoli: un percorso umano di caduta e rinascita, trasformato in un messaggio forte, limpido e necessario. Un invito a riflettere, ma anche ad agire, perché il dolore di uno possa diventare consapevolezza per molti Alcuni passaggi del libro sono stati letti da Erennio De Vita.

*avvocato e scrittrice